Google non è solo il più importante e utilizzato motore di ricerca al mondo, ma è anche un ecosistema, un luogo virtuale che ospita da anni milioni di contenuti e che ha dovuto adattarsi alla crescente fame di informazione degli utenti. 

Tramite le numerose modifiche del suo algoritmo, ovvero quell’insieme di processi informatici che riescono a categorizzare in maniera decrescente i risultati delle ricerche, che permette di mostrare agli utenti solo quelle che realmente alla loro necessità.

Dopo aver investito risorse ed energie nel proprio sito internet, vedere tutto crollare da un momento all’altro può essere una vera debacle. Chiedersi, dunque, cosa fare per evitare le penalizzazioni di Google finché si è in tempo per agire è una saggia strategia per evitare di mangiarsi le mani quando la frittata è fatta.

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    Cosa sono le penalizzazioni Google?

    Prima d’introdurre gli strumenti per valutare se il tuo dominio è stato vittima di penalizzazioni e spiegarti come monitorare lo stato di salute dei tuoi backlink per far si che le tue pagine non siano mai vittima di azioni di penalizzazione da parte degli algoritmi di Google bisogna spiegare cosa si intende per Penalizzazione Google.

    La penalizzazione è un’azione compiuta da Google con lo scopo di diminuire la visibilità di una pagina o di un intero sito a causa di un’attività ritenuta scorretta o della scarsa qualità del contenuto.

    Bisogna distinguere due tipi di penalizzazione Google:

    • Penalizzazione manuale
    • Penalizzazione algoritmica

    Penalizzazione manuale

    La penalizzazione manuale avviene per mano del team di Google che, durante un’analisi del sito, rileva una o più attività che vanno contro le linee guida del motore di ricerca. 

    Penalizzazione algoritmica

    La penalizzazione algoritmica è un’azione eseguita da Google che riesce a individuare le attività contrarie alle linee guida o la scarsa qualità di un contenuto.

    Il mio sito è vittima delle penalizzazioni di Google?

    Un sito finito nel mirino degli spammer o dagli algoritmi del motore di ricerca, registra un crollo verticale delle visualizzazioni organiche. Si parte dal 50-60%, ma molto spesso il traffico può calare fino al 90%. L’effetto domino è poi dietro l’angolo. Traffico e visualizzazioni organiche vengono presto seguite dai posizionamenti per le parole chiave cruciali per il sito. In poche parole, ci si presenta davanti agli occhi un vero disastro. Praticamente impossibile recuperare il lavoro fatto, è il momento di rimboccarsi le maniche e capire perché tutto ciò è successo, e magari imparare come prevenirlo.

    In altre parole, quando Google scopre che un sito ha compiuto azioni contrarie alle sue linee guida interviene con una penalizzazione specifica, che si concretizza nella rimozione dall’Indice del motore di ricerca per la pagina singola o, nei casi peggiori, per l’intero sito. Quando questo avviene, in pratica, il sito “sottoposto a un’azione antispam potrebbe non essere più visualizzato nei risultati di Google.com o in qualsiasi sito partner di Google”.

    L’altro modo per scoprire se un sito ha subito una penalizzazione è utilizzare la ricerca su Google Search: non trovare neppure un URL precedentemente posizionato tra i risultati in SERP è un indizio, che può essere confermato dalla ricerca con “site:”. Quando non sono mostrati risultati, significa che Google ha rimosso il sito dal suo Indice, reagendo con il temibile ban.

    Troppi link in entrata di scarsa qualità

    Le tecniche di link building sbagliate sono la prima causa di penalizzazione Penguin.

    Avere troppi link in entrata di bassa qualità, infatti, può sollevare un flag e comportare la penalizzazione, peggio ancora se si è andati ad over-ottimizzare l’anchor text, ossia la keyword con la quale si collega un altro sito al nostro.

    Se vuoi andare sul sicuro, tieni a mente che meno del 10% dei link dovrebbero essere puntati con la parola chiave, e il puntamento dovrebbe essere coerente con il testo che contiene il backlink.

    Come risolvere una penalizzazione di google?

    Questa fase dev’essere preceduta comunque da una seria diagnosi della penalizzazione, in quanto è indispensabile conoscere quale algoritmo abbia penalizzato il sito, evitando di brancolare nel buio.

    Innanzitutto, quindi, se non l’hai già fatto, dovresti collegare il tuo sito ad un account di Google Search Consolle in quanto, come dicevamo prima, se è stata inferta un’azione manuale avrai sicuramente ricevuto un messaggio che indica la ragione per cui Google sta punendo il sito.

    Se la penalizzazione è algoritmica, invece, non avrai ricevuto alcun messaggio e quindi dovrai cercare di capire che tipo di aggiornamento ne è la causa.

    Il motore di ricerca, infatti, lancia periodicamente degli aggiornamenti sia Panda che Penguin, o dà vita a nuovi algoritmi, come l’ultimo arrivato della famiglia Google, basato su reti neurali in grado di comprendere meglio il linguaggio naturale umano. 

    Per Google non basta chiedere scusa: bisogna motivare il perché siano state adottate delle tecniche di manipolazione, dire cosa è stato fatto per rimediare e poi sperare che il team manuale accetti la richiesta.

    Questa normalmente avviene con una comunicazione, sempre fatta sul Search Console di Google (il vecchio Webmaster Tools), in risposta all’azione manuale precedentemente inferta. La fase di revisione da parte di Google, in genere, può richiedere da pochi giorni ad alcune settimane.

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