Un piccolo calo del traffico può essere normale per un sito web, ma quando il problema è continuo occorre capire il motivo e correre ai ripari: di seguito come individuare il problema e risolverlo

Quando non vedete più risultati da parte del vostro sito web e fate fatica ad attrarre utenti, dovete utilizzare alcune tecniche per aumentare il traffico organico del sito web.

Un calo del traffico organico di un sito web, e quindi delle visite che non arrivano dalle ricerche di Google, può essere determinato da diversi fattori.

È noto quanto oggi il digital sia il canale maggiormente funzionale per potersi garantire nuovi contatti validi, quindi scopriamo insieme quali sono le tattiche da attuare per ottimizzare e migliorare il traffico organico di un sito web.

Quali sono i motivi del calo del traffico organico?

Quando il traffico organico cade a picco, il colpevole è di solito da ricercare tra questi fattori:

  1. Cambiamenti nell’interesse di ricerca
  2. Cambiamenti algoritmici
  3. Problemi tecnici
  4. Problemi di sicurezza
  5. Azioni manuali

Se il traffico del tuo sito web diminuisce improvvisamente, la prima cosa che dovresti verificare è il trend d’interesse sulle tue query.

Il mercato è cambiato e il tuo prodotto (o l’informazione che fornisci) ha perso appeal? Sicuramente il tuo traffico ne risentirà.

Una situazione ancora più comune riguarda le fluttuazioni di interesse legate alla stagionalità. È facile intuire che le infradito e i braccioli saranno cercati più in estate che in inverno, ma lo stesso ragionamento può valere anche per prodotti e servizi insospettabili.

Se il tuo crollo è legato alla stagionalità delle query, probabilmente il tuo grafico di lungo periodo si presenterà più o meno così:

In ogni caso, c’è un modo semplice per capire se le modifiche del tuo traffico sono legate a un effettivo calo d’interesse per le tue query, temporaneo o meno. Basta andare su Google Trends!

Gli update dell’algoritmo di Google provocano spesso terremoti nelle SERP. Ma oltre ai core update, che hanno l’effetto di veri e propri tsunami, ci sono tutte le piccole scosse di assestamento causate dagli aggiornamenti minori.

Se il tuo sito è vittima di un cambiamento algoritmico, il grafico del traffico presenterà una forma simile a questa:

Penalizzazione del motore di ricerca

Una penalizzazione è un effetto negativo inflitto alla visibilità e al posizionamento di un sito nei risultati organici. Google, in genere, penalizza i siti web in due modi: manualmente e algoritmicamente.

Le penalizzazioni manuali sono quelle inflitte dal team di Google, che valuta che il sito rispetti le linee guida del motore di ricerca e in caso contrario fornisce una segnalazione all’utente.

Esistono due tipi di penalizzazioni manuali: site-wide matches (quando tutto il sito presenta un determinato problema, e per questo l’intero dominio viene penalizzato) e partial matches (riguarda solo una, o alcune specifiche pagine del sito, e per questo motivo solo quelle particolari pagine sono state penalizzate).

  • Link artificiali provenienti dal sito. Google sta dicendo che ci sono molti, troppi link in uscita dal sito di bassa qualità e suppone che si stia facendo vendita di backlink. Per uscirne è necessario eliminare i link. Una volta fatto ciò è possibile richiedere la re-inclusione del sito.
  • Il sito è stato compromesso. Il messaggio di Google sarà: “Purtroppo sembra che il tuo sito sia stato compromesso. Un hacker può aver modificato le pagine esistenti o aver aggiunto contenuti spam al tuo sito. Potrebbe non essere semplice vedere questi problemi se l’hacker ha configurato il server per mostrare il contenuto di spam solo ad alcuni visitatori. Per proteggere i visitatori del tuo sito, i risultati di ricerca di Google potrebbero etichettare le pagine del tuo sito come sito compromesso”. In parole povere Google sta dicendo che hanno bucato il sito e qualcuno ha inserito nelle pagine link che riconducono a pagine spam. Bisognerà ripulire velocemente il sito ed effettuare la richiesta di riconsiderazione.
  • Contenuti scarni o duplicati. Il messaggio di Google sarà: “Contenuti scarni con poco o nessun valore aggiunto. Questo sito sembra contenere una percentuale significativa di pagine di scarsa qualità o prive di contenuti utili, che non offrono molto valore aggiunto agli utenti 
  • Testo nascosto e/o ripetizione eccessiva di parole chiave. Quando parliamo di testo nascosto o keyword stuffing si tende a pensare a vecchi metodi “black hat SEO” che includevano decine di righe presenti nel footer e scritte con un testo dello stesso colore del background.

I consigli per analizzare il pattern di calo

Dopo aver scoperto il calo (e dopo i primi, e inevitabili, momenti di panico…), dobbiamo cercare di diagnosticarne le case e, secondo Waisberg, il modo migliore per capire cosa è successo al nostro traffico è esaminare il rapporto sul rendimento di Search Console, che riassume molte informazioni utili e ci dà modo di vedere (e analizzare) la forma della curva della variazione, che già di per sé ci offre delle indicazioni.

Gli aggiornamenti algoritmici per Google

In Google, gli algoritmi di qualità “sono visti come filtri che mirano a far emergere buoni contenuti e cercano segnali di qualità in tutto l’indice di Google”, che sono spesso forniti a livello di pagina per tutti i siti web e che possono quindi essere combinati, producendo “punteggi a livello di directory o di hostname, ad esempio”.

Per i proprietari di siti Web, i SEO e gli esperti di marketing digitale, in molti casi, “l’influenza degli algoritmi può essere percepita come penalità, soprattutto quando un sito Web non soddisfa pienamente tutti i criteri di qualità e gli algoritmi di Google decidono invece di premiare altri siti Web di qualità superiore”.